martedì 13 dicembre 2011

Come si cambia.

Quando ero bambina la definizione che mi calzava a pennello era "divoratrice compulsiva di libri."
Stavo sveglia notti intere con la porta socchiusa.
In casa mia le porte devono essere sempre aperte.
Anche se solo uno spiraglio.
Augurandomi che nessuno si alzasse e si accorgesse della mia lucina ancora accesa.
E leggevo, ininterrottamente.
Finchè non arrivavo all'ultima parola non riuscivo a dormire.
Ed era un libro dietro l'altro.
Un po come quelle persone che la notte si svegliano, aprono il frigo e si abbuffano fino a scoppiare.
Io mi abbuffavo di storie, di leggende e grandi amori.
E come sempre capita quando i grandi amori finiscono, alla fine restava solo il vuoto.
E il bisogno di cercare nuovi libri, nuove storie, per poterlo riempire.
Oggi, molto più vicina ai trenta che ai venti, sto assaporando per la prima volta un libro e la sua storia.
Sto gustandomi pagina per pagina, senza fretta, dormendo la notte e senza alzarmi la mattina con l'angoscia di dover finire.
Anche adesso scrivo e di fianco a me il libro aspetta di essere letto.
Ma non sarà prima di domattina.
Stasera devo vivere la vita.
Non immaginarla.
Il tempo delle storie raccontate dagli altri, dell'avventure e degli amori vissuti da perfetti estranei è per me finito.
Leggere è diventato un piacere, da assaporare lentamente.
Adesso è il mio momento.
Adesso mi abbuffo di vita vera.

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