lunedì 13 febbraio 2012

Oggi sono BELLA DENTRO.

Le quattro ante di armadio sono ancora sparse per la sala.
Sono ancora disoccupata.
La neve è ovunque. Anche in casa. Ma questa è un'altra storia.
Tornando alle cose serie, oggi, 13 febbraio 2012, la mia autostima ha ufficialmente raschiato il fondo.
Io, la regina del "non mi trucco se non è strettamente necessario perchè ho la pelle come il culetto di un bebè", mi sono spalmata 1 cm di fondotinta per una breve apparizione in posta.
Nascosta tra la sciarpa e un cappello a tesa larga, la mia faccia.
O almeno quello che ne rimane.
Sul mio già visibile mento, lui, il brufolo con la B maiuscola.
Quello che fa un male assassino quando ancora non si è palesato.
Quello che nessun correttore può sconfiggere.
Il semaforo rosso innestato tra la mia pelle giallognola.
Lui. 
E vogliamo dare il giusto spazio anche ai suoi fratellini?!
Tutti vicini, visto che fa freddo si tengono caldi l'un con l'altro, sulla mia guancia destra.
Ma il culmine lo raggiunge il capello post seconda guerra mondiale.
Che effettivamente necessita di un parrucchiere ma che ancora per un po' me lo tengo così perchè euri non se ne vedono.
Eccovi la mia immagine al risveglio.
E allora ho deciso, addentando una mela che fa tanto bene alla pelle e armandomi di shampoo e phon, che oggi sono BELLA DENTRO.
Perchè fuori non se ne parla proprio.
E allora avanti col mantra della perfetta "cessa a pedali".

"La bellezza esteriore è aleatoria.
La bellezza interiore è il nuovo nero. Il tangerine tango dell'autostima femminile."

Bisogna ripeterselo fino allo sfinimento. 
O almeno fino a crederci.
E aspettare che sia domani. E sperare che B improvvisamente decida di tornare sui suoi passi.
Di cambiare idea.
Perchè anche il brufolo con la B maiuscola può capire di aver commesso uno sbaglio.
E farmi tornare, oltre che bella dentro, passabile fuori.
Tutti hanno diritto ha una seconda chance.
Anche B.


lunedì 6 febbraio 2012

Cercasi Susan, disperatamente.

Ho la certezza che per trovare la propria strada, per capire passato, presente e futuro del nostro essere oggi, sia necessario tornare alle proprie origini.
Ai primi ricordi.
Ai primi "mi piace" delle nostra esistenza.
I miei sono legati alla musica.
Sono una fortunatissima "figlia di papà".
Non è un miliardario, ne un avvocato o un medico affermato.
E' un musicista.
Sono sempre stata orgogliosa di lui. Della sua musica.
Non è una rockstar, ma mi ha cresciuta fra le note.
Ultimamente vago fra i ma, i se e i chissà.
L'unica certezza che ho ad oggi è che ho quattro ante di armadio sparse per casa dalla bellezza di una settimana e che nonostante la neve sia bellissima, per me basta, grazie.
L'altra sera ho visto Pulp Fiction per la prima volta.
Lo so, è un capolavoro, la regia, la storia, ecc. 
Ma, me ne vergogno e mi autoflagello per quanto sto per scrivere, sarei sopravvissuta lo stesso.
Senza la sua colonna sonora, NO.
E allora mi è tornata in mente la bambina scatenata che prima di camminare ha imparato a ballare.
Che alle prime note di "Don't let me be misunderstood" chiudeva gli occhi e si godeva sei minuti di intensa e totalizzante voglia di vivere.
Da quando mi sono svegliata stamattina è tutto un click su You Tube, rigorosamente vintage.
Anni '60, '70 e '80.
Perchè quella bambina scatenata è la parte più autentica di me.
E ogni tanto la dimentico, la metto da parte.
Ma la musica tutto può.
E allora, nonostante siano passati più di vent'anni ricomincio a ballare.
E la sensazione è sempre la stessa.
Calore.
Colore.
Oggi è un giorno da ricordare.
E la mia infinita playlist è pronta per farlo.
Ieri.
Oggi.
Domani.
"Go girl, play your song."