lunedì 28 novembre 2011

La percezione di se stessi.

A esattamente 48 ore e 30 minuti dal fatidico momento X.
Quando la calma che ha sempre contraddistinto questi mesi di studio lascia spazio alla più totale paranoia.
Nel momento in cui la testa si riempie di dubbi e pensieri assurdi.
Quando nonostante la calda coperta di lana in cui sei avvolta il tuo corpo è pervaso da brividi freddi.
Mi sorge spontanea una domanda.
Cos'è che veramente mi spaventa?
Fallire il traguardo di una vita?!
O cosa penseranno gli altri di me?!
Nella prima ipotesi, nulla da ridire.
Nessuno fa sacrifici per niente. Quando si prende un impegno o si sceglie un cammino di studi, l'obbiettivo è portarlo a termine.
Fallire è un pensiero presente ma nascosto in quella parte dell'io dove si cerca continuamente di soffocarlo.
Pensare positivo.
Sempre e comunque.
Ma non è il mio caso.
Io rientro nella seconda categoria.
Nonostante le persone presenti mi vorranno bene comunque.
Nonostante io sia molto di più di un esame. O di un titolo.
Sono terrorizzata dalle aspettative.
Da ciò che gli altri si aspettano da me.
La celeberrima ANSIA DA PRESTAZIONE.
E allora mi chiedo.
La mia razionalità, la fiducia nella mia intelligenza e nelle mie capacità, l'impegno che nonostante tutto in questi mesi ha caratterizzato il mio percorso di avvicinamento alla resa dei conti, valgono davvero così poco per me?
Possono essere schiacciati dall'idea di "Oddio, gli altri cosa penseranno di me?"
La perfezione non esiste.
Tutti commettiamo passi falsi.
Riesco ad accettarlo e perdonarlo negli altri.
Ma posso riuscirci nei MIEI confronti?
Posso essere clemente con me stessa?



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