lunedì 6 febbraio 2012

Cercasi Susan, disperatamente.

Ho la certezza che per trovare la propria strada, per capire passato, presente e futuro del nostro essere oggi, sia necessario tornare alle proprie origini.
Ai primi ricordi.
Ai primi "mi piace" delle nostra esistenza.
I miei sono legati alla musica.
Sono una fortunatissima "figlia di papà".
Non è un miliardario, ne un avvocato o un medico affermato.
E' un musicista.
Sono sempre stata orgogliosa di lui. Della sua musica.
Non è una rockstar, ma mi ha cresciuta fra le note.
Ultimamente vago fra i ma, i se e i chissà.
L'unica certezza che ho ad oggi è che ho quattro ante di armadio sparse per casa dalla bellezza di una settimana e che nonostante la neve sia bellissima, per me basta, grazie.
L'altra sera ho visto Pulp Fiction per la prima volta.
Lo so, è un capolavoro, la regia, la storia, ecc. 
Ma, me ne vergogno e mi autoflagello per quanto sto per scrivere, sarei sopravvissuta lo stesso.
Senza la sua colonna sonora, NO.
E allora mi è tornata in mente la bambina scatenata che prima di camminare ha imparato a ballare.
Che alle prime note di "Don't let me be misunderstood" chiudeva gli occhi e si godeva sei minuti di intensa e totalizzante voglia di vivere.
Da quando mi sono svegliata stamattina è tutto un click su You Tube, rigorosamente vintage.
Anni '60, '70 e '80.
Perchè quella bambina scatenata è la parte più autentica di me.
E ogni tanto la dimentico, la metto da parte.
Ma la musica tutto può.
E allora, nonostante siano passati più di vent'anni ricomincio a ballare.
E la sensazione è sempre la stessa.
Calore.
Colore.
Oggi è un giorno da ricordare.
E la mia infinita playlist è pronta per farlo.
Ieri.
Oggi.
Domani.
"Go girl, play your song."

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