lunedì 9 gennaio 2012

Essere donna. Parte II.

Stavo per mettermi a scrivere uno di quei post pesanti. Pieni di riflessioni e moralismi. Praticamente l'80% di questo blog.
Ma un'illuminante conversazione via social network mi ha fatto cambiare idea.
Come uno status su facebook di una ex compagna di studi possa cambiarmi la giornata.
O almeno l'umore.
Si parlava, o per essere più precisi si wath'uppava, di borse.
La BORSA.
Insieme alle scarpe l'accessorio preferito di ogni donna.
E non è assolutamente un clichè.
Le donne amano le borse. 
Ed esse non sono mai abbastanza.
"Troppo capiente.
Troppo piccola.
Troppo classica.
Eccessivamente alla moda.
La prossima stagione non la metterò più!"
Ogni scusa è buona per prenderne una nuova. 
E appena la si ha acquistata, magari in saldo e risparmiando sul cibo nell'intero anno solare precedente al grande momento, ne si desidera subito un'altra.
E il circolo vizioso ricomincia.
Ed è quasi impossibile sottrarsi.
Personalmente, dopo anni di borse low cost e colpi di fulmine finiti presto nel dimenticatoio, sono in una fase "di pace interiore".
Ho tre splendide bambine che mi danno grandi soddisfazioni ogni volta che le indosso.
Desiderare per quasi un decennio una borsa ed averla finalmente fra le mani è stata una sensazione fantastica.
Saranno frivolezze ma arrivare alla fine di un percorso è sempre una soddisfazione.
Noi donne siamo esseri complessi.
Abbiamo borse enormi.
Piene di noi.
Ma sappiamo essere essenziali.
E infiliamo tutto l'indispensabile in una piccola clutch.
Possiamo fare grandi discorsi infiniti e frivoli, riempire una mega shopper del nostro mondo.
Ma nelle serate importanti siamo solamente noi stesse.
E racchiudiamo quel "non so che" in un click.
Grande come una mano.

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